Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32562 del 9 agosto 2007

ECLI:IT:CASS:2007:32562PEN

Massima

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Il falso in atto pubblico di cui all'art. 495 c.p. si configura quando l'imputato rende al pubblico ufficiale, destinatario di una richiesta, false dichiarazioni sulle proprie qualità personali, anche in assenza di formalità proprie della dichiarazione sostitutiva di certificazione, essendo sufficiente che la dichiarazione sia destinata ad essere riprodotta in un atto pubblico. L'innocuità del falso non può essere valutata con riferimento all'uso che si intende fare del documento, ma solo se si esclude l'idoneità dell'atto falso ad ingannare comunque la fede pubblica. Il dolo del reato di cui all'art. 495 c.p. può essere desunto dalla univocità e dalla solennità della dichiarazione, che richiama l'attenzione del dichiarante sul suo significato, specie quando questi abbia precedenti penali di vario tipo, anche eseguiti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

BR. PR., N. IL (OMESSO);

avverso la SENTENZA del 29/09/2006 CORTE DI APPELLO di PERUGIA;

visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. OLDI PAOLO;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI POPOLO ANGELO, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con sentenza in data 29 settembre 2006 la Corte d'Appello di Perugia, confermando la decisione a…

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