Il silenzio serbato dall'amministrazione comunale sull'istanza di mantenimento e regolarizzazione di un passo carrabile presentata dal privato cittadino integra un'ipotesi di silenzio-inadempimento, che legittima il ricorso giurisdizionale del privato ai sensi degli artt. 31 e 117 del Codice del Processo Amministrativo. Qualora l'amministrazione, a seguito della proposizione del ricorso, adotti il provvedimento richiesto, il giudizio deve essere dichiarato estinto per cessata materia del contendere, ferma restando la condanna dell'amministrazione al rimborso delle spese processuali sostenute dal ricorrente in applicazione del criterio della "soccombenza virtuale". Ciò in quanto il privato cittadino aveva diritto non solo alla definizione del procedimento avviato a sua domanda, ma anche al rilascio dell'autorizzazione richiesta, e l'amministrazione si era sottratta a tale obbligo fino alla notifica del ricorso giurisdizionale. Il principio di diritto affermato dalla sentenza è che l'inerzia dell'amministrazione nell'adottare il provvedimento richiesto dal privato cittadino, pur in assenza di un termine perentorio, integra un'ipotesi di silenzio-inadempimento che legittima il ricorso giurisdizionale del privato, con conseguente condanna dell'amministrazione al rimborso delle spese processuali in caso di adozione tardiva del provvedimento richiesto.