Il reato di resistenza a pubblico ufficiale si configura quando l'agente, con coscienza e volontà, oppone violenza o minaccia al pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni, anche se l'agente non era consapevole della qualifica rivestita dal soggetto passivo. La reazione istintiva e spontanea dell'imputato, determinata dall'ignoranza della qualifica del pubblico ufficiale, non esclude la sussistenza del reato, salvo che ricorrano le condizioni per l'applicazione della scriminante putativa. Ai fini dell'esclusione della circostanza attenuante prevista per i reati in materia di stupefacenti, è sufficiente la partecipazione primaria dell'imputato all'attività di spaccio, la predisposizione della droga per la vendita e la rilevante quantità di stupefacente detenuta, senza necessità di una motivazione analitica sul mancato riconoscimento dell'attenuante. Le dichiarazioni spontaneamente rese dall'imputato, anche in assenza di difensore, sono utilizzabili ai fini della prova, purché non siano state acquisite in violazione delle garanzie difensive previste dalla legge.