Il ricorso avverso il silenzio dell'amministrazione deve essere dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse qualora, in pendenza del giudizio, l'amministrazione adotti un provvedimento esplicito, anche di rigetto, in risposta all'istanza dell'interessato, in quanto in tal caso l'inerzia amministrativa risulta interrotta. Il principio di diritto è che la sopravvenuta adozione di un provvedimento esplicito da parte dell'amministrazione, anche negativo, determina la perdita di interesse del ricorrente alla decisione sul silenzio, rendendo il ricorso improcedibile ai sensi dell'art. 31, comma 1, lett. c), del codice del processo amministrativo. Tale principio si fonda sulla necessità di assicurare l'effettività della tutela giurisdizionale, evitando pronunce meramente dichiarative su situazioni ormai superate, e sulla considerazione che, una volta interrotta l'inerzia amministrativa, il ricorrente può far valere le proprie ragioni attraverso l'impugnazione del provvedimento espresso. La massima riflette altresì il carattere strumentale del ricorso avverso il silenzio, volto a ottenere una pronuncia che accerti l'obbligo dell'amministrazione di provvedere, e la sua conseguente improcedibilità quando tale obbligo risulti comunque adempiuto, ancorché in modo negativo, nel corso del giudizio.