Il permesso di costruire in sanatoria ex art. 36 del D.P.R. n. 380/2001 postula la doppia conformità delle opere abusive, sia alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente al momento della realizzazione delle stesse, sia a quella in vigore al momento della presentazione della domanda. Pertanto, il requisito del lotto minimo di 30.000 mq. previsto dall'art. 55 della L.R. Lazio n. 38/1999 per l'edificazione in zona agricola deve essere rispettato non solo al momento della realizzazione dell'abuso, ma anche al momento della presentazione dell'istanza di sanatoria, non essendo sufficiente il raggiungimento di tale superficie mediante l'asservimento di terreni non contigui, in assenza di preventiva approvazione di un Piano di Utilizzazione Aziendale (PUA) ai sensi dell'art. 57 della medesima legge regionale. Inoltre, l'ordine di demolizione delle opere abusive, una volta emesso, mantiene la sua efficacia anche in pendenza dell'istanza di sanatoria, non essendo necessaria la sua rinnovazione, in assenza di una norma che ne preveda il venir meno. Pertanto, il silenzio-rigetto sull'istanza di sanatoria comporta la riespansione dell'efficacia dell'ordinanza di demolizione, senza che sia necessario un nuovo provvedimento.