Il permesso di costruire rilasciato dal Comune in violazione dei limiti volumetrici e delle distanze minime previsti dalla normativa regionale e nazionale è illegittimo. Il principio di diritto affermato nella sentenza è che il permesso di costruire deve rispettare i limiti di ampliamento volumetrico e le distanze minime stabilite dalla legge regionale sul "piano casa" e dalla normativa statale, a tutela del paesaggio e dell'ambiente. In particolare, il permesso di costruire è illegittimo se: 1) Prevede un ampliamento volumetrico superiore al 20% della superficie coperta, in violazione dell'art. 2 della legge regionale n. 14/2009. 2) Consente la realizzazione di un ampliamento oltre il limite massimo di 1.000 mc stabilito dalla delibera comunale, senza applicare comunque il limite del 20% sulla superficie coperta. 3) Autorizza la costruzione in violazione delle distanze minime di 10 metri dal ciglio stradale e dalla sponda del lago, previste dalla normativa statale e locale. 4) Permette la realizzazione dell'intervento in una zona soggetta a vincolo paesaggistico e di inedificabilità assoluta, in contrasto con le norme di tutela del territorio. Pertanto, il giudice amministrativo, accogliendo il ricorso, annulla il permesso di costruire rilasciato in violazione di tali principi di diritto, condannando la parte soccombente al pagamento delle spese di giudizio.