Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14041 del 25 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:14041PEN

Massima

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Il giornalista che riferisce in modo critico, ma sostanzialmente veritiero, un fatto di interesse pubblico, senza utilizzare espressioni offensive o eccedenti i limiti della continenza, non commette il reato di diffamazione a mezzo stampa, anche qualora vi sia un riferimento temporale impreciso che non consenta di attribuire con certezza la condotta censurata a un determinato soggetto, purché tale imprecisione non riveli la consapevole volontà di addossare falsamente un comportamento dannoso a chi non vi era in realtà coinvolto. In tali casi, l'esercizio del diritto di critica, svolto nel rispetto dei limiti di verità, continenza e pertinenza, prevale sulla tutela dell'onore e della reputazione, in quanto l'interesse pubblico all'informazione e al dibattito su questioni di interesse generale assume preminenza rispetto alla protezione della sfera personale del soggetto menzionato nell'articolo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetani - Presidente

Dott. SAVANI P. - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giusepp - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 478/2012 CORTE APPELLO di PALERMO, del 07/05/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/12/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIERO SAVANI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. MAZZOTTA Gabriele che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito per la parte civile l'Avv. (OMISSIS);

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) e (OMISSIS).

I…

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