La massima giuridica che può essere estratta dalla sentenza è la seguente: Gli impianti pubblicitari già autorizzati e oggetto di procedura di riordino non possono essere rimossi nelle more di tale procedura, anche in presenza di sopravvenute disposizioni normative che ne vietino l'installazione, in quanto la competenza a decidere sulla rimozione spetta all'ente proprietario della strada (nella fattispecie, il Comune di Roma), il quale deve comunque salvaguardare la tutela dell'ente parco, ai sensi dell'art. 153 del d.lgs. n. 42/2004, attraverso il rilascio del necessario nulla osta. Pertanto, l'ordine di rimozione degli impianti pubblicitari emesso dall'ente parco, in assenza della conclusione della procedura di riordino, è illegittimo per incompetenza e violazione della disciplina transitoria prevista per gli impianti già autorizzati. Il principio di diritto affermato dalla sentenza è che, nelle more della procedura di riordino di impianti pubblicitari già autorizzati, la competenza a decidere sulla loro rimozione spetta all'ente proprietario della strada, il quale deve comunque acquisire il nulla osta dell'ente parco preposto alla tutela paesaggistica, in applicazione della disciplina transitoria prevista per gli impianti esistenti, e non può essere esercitata direttamente dall'ente parco attraverso un ordine di rimozione.