Il rigetto della domanda di qualifica di un impianto alimentato da fonti rinnovabili, ai sensi dell'art. 4, comma 1, del decreto 18/12/2008, da parte del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), deve essere adeguatamente motivato e non può essere arbitrario o frutto di un erroneo apprezzamento dei presupposti di fatto e di diritto. Il GSE, quale autorità competente, è tenuto a garantire il rispetto delle garanzie partecipative di cui all'art. 7 della legge 241/1990 nel corso del procedimento amministrativo, assicurando il contraddittorio e la possibilità per l'interessato di far valere le proprie ragioni. Il provvedimento di rigetto della qualifica di impianto alimentato da fonti rinnovabili è suscettibile di sindacato giurisdizionale da parte del giudice amministrativo, il quale verifica la legittimità dell'azione amministrativa sotto il profilo della correttezza della motivazione, dell'istruttoria e dell'assenza di arbitrarietà. Ove il ricorrente ottenga la soddisfazione della propria pretesa in corso di giudizio, il ricorso diviene improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse, con compensazione delle spese di giudizio.