Il giudizio negativo di compatibilità ambientale pronunciato dalla Regione Lazio sul progetto di ampliamento di una cava di calcare è legittimo in quanto l'Amministrazione ha correttamente rilevato la sussistenza di interferenze paesaggistico-ambientali ostative alla realizzazione dell'intervento, in particolare: 1) la classificazione delle aree interessate come "Aree Boscate" vincolate ai sensi del d.lgs. n. 42/2004, qualificate come "Paesaggio Naturale" con divieto di ampliamento imposto dall'art. 50 delle norme di disciplina delle attività estrattive; 2) l'interferenza dell'intervento con la zona di rispetto di pozzi considerati risorse idriche strategiche, utilizzabili in caso di emergenze idriche, ai sensi dell'art. 94, comma 6, del d.lgs. n. 152/2006; 3) la sussistenza del vincolo idrogeologico sull'area di ampliamento. Tali elementi ostativi, già evidenziati nella comunicazione ex art. 10-bis della l. n. 241/1990, non sono stati superati dalle modifiche progettuali apportate dalla ricorrente, la quale non ha fornito elementi idonei a confutare in modo concreto e specifico i rilievi formulati dall'Amministrazione. Pertanto, il giudizio negativo di compatibilità ambientale è stato adeguatamente motivato e non risulta viziato da violazioni di legge o da eccesso di potere, essendo stato correttamente adottato sulla base di una compiuta istruttoria e valutazione degli interessi pubblici coinvolti.