Il mutamento di destinazione d'uso di un immobile da albergo residenziale a civile abitazione, in assenza di opere edilizie, realizzato successivamente al 31 dicembre 1993, non può essere sanato mediante condono edilizio ai sensi dell'art. 39 della legge n. 724/1994, in quanto tale mutamento di destinazione d'uso, pur non accompagnato da interventi edilizi, costituisce comunque un illecito edilizio per il quale non è possibile ottenere la sanatoria. Ciò in quanto il vincolo di destinazione alberghiera o turistico-ricettiva dell'immobile, risultante dagli atti di acquisto e dal regolamento di gestione, permane oltre il 31 dicembre 1994, data ultima per la presentazione della domanda di condono, e il mutamento di destinazione d'uso si realizza solo contestualmente alla presentazione della domanda di condono, senza il rispetto del termine previsto dalla legge. In tali casi, il diniego del condono edilizio comporta l'obbligo per l'amministrazione comunale di emettere l'ingiunzione di rimessione in pristino dello stato dei luoghi, trattandosi di un provvedimento vincolato e non discrezionale, in quanto l'accertamento dell'abuso edilizio, consistente nel mutamento di destinazione d'uso senza opere, è sufficiente a giustificare l'adozione della sanzione ripristinatoria, senza la necessità di una specifica valutazione dell'interesse pubblico o di un confronto con gli interessi privati.