Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Quando il contratto di appalto per opere pubbliche richiama in via negoziale il Capitolato Generale d'Appalto, le previsioni di quest'ultimo costituiscono clausole negoziali, operanti per volontà pattizia, non in quanto imposte in via autoritativa. Pertanto, l'eventuale modifica o abrogazione della norma richiamata non determina automaticamente la nullità della clausola compromissoria contenuta nel contratto, essendo necessaria una diversa manifestazione di volontà delle parti per adeguare il regolamento contrattuale alle sopravvenute modifiche normative. In particolare, l'accettazione da parte di una delle parti della composizione "a tre" del collegio arbitrale, in luogo di quella "a cinque" prevista in origine, integra una tacita modifica dell'accordo compromissorio, che preclude alla stessa parte di eccepire successivamente la nullità del lodo per irregolare composizione del collegio, ove tale eccezione non sia stata tempestivamente sollevata nel corso del procedimento arbitrale.