Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 41691 del 25 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:41691PEN

Massima

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La Corte di Cassazione, in materia di reati in tema di stupefacenti, afferma che ai fini del riconoscimento dell'aggravante della detenzione di "ingente quantità" di droga, di cui all'art. 80, comma 2, del D.P.R. n. 309/1990, il giudice deve valutare sia la qualità della sostanza, con riferimento alla quantità di principio attivo e alla sua capacità di moltiplicarsi in dosi destinate al consumo, sia il dato ponderale relativo alla quantità di droga trattata ed utilmente manipolabile, senza necessario riferimento al mercato e alla sua eventuale saturazione, in quanto tale parametro non è appropriato rispetto alla ratio della norma e non facilmente accertabile, data la natura clandestina del mercato degli stupefacenti. Pertanto, l'aggravante è configurabile quando il quantitativo, pur non raggiungendo valori massimi, sia tale da rappresentare un pericolo per la salute pubblica, ovvero per un rilevante, ancorché indefinito, numero di consumatori, essendo idoneo a soddisfare le esigenze di un numero molto elevato di tossicodipendenti. Inoltre, ai fini del riconoscimento della circostanza attenuante della collaborazione di cui all'art. 73, comma 7, del D.P.R. n. 309/1990, è necessaria una collaborazione qualificata e proficua, che consenta di interrompere la catena delittuosa in atto e colpire i mezzi di produzione delle attività criminali, la cui valutazione compete al solo giudice di merito ed è insindacabile in sede di legittimità, ove sorretta da adeguata motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. GARRIBBA Tito - Consigliere

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Pe. Ha. , nata a (OMESSO);

avverso la sentenza 9 febbraio 2010 della Corte di appello di Bologna, la quale, in parziale riforma della sentenza 7 aprile 2009 del G.U.P. del Tribunale di Bologna, riconosciute le circostanze attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti contestate ha rideterminato la pena in anni 6 di reclusione ed euro 30 mila di multa per reati in tema di droga, aggravati tra l'altro ex Decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, articolo 80 e falso;

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