Il riconoscimento in Italia di una sentenza straniera è disciplinato dalla legge n. 218 del 1995 e dalle eventuali convenzioni internazionali applicabili. La mera difformità rispetto all'ordinamento interno delle norme che nel sistema straniero disciplinano l'onere della prova e il libero convincimento del giudice non comporta violazione dell'ordine pubblico italiano, che è riferibile solo ai principi inviolabili posti a garanzia del diritto di agire e di resistere in giudizio. In sede di riconoscimento, la verifica della compatibilità con i principi di ordine pubblico internazionale deve riguardare esclusivamente gli effetti che l'atto è destinato a produrre nel nostro ordinamento, senza sindacare sulla correttezza giuridica della soluzione adottata dal giudice straniero. Inoltre, il convenuto che non abbia contestato la giurisdizione del giudice straniero nel corso del giudizio di origine è precluso dal sollevare tale eccezione in sede di riconoscimento della sentenza, in applicazione del principio di accettazione tacita della competenza giurisdizionale.