Il provvedimento di archiviazione è ricorribile per cassazione solo nei casi di nullità previsti dall'art. 127, comma 5, c.p.p., che concernono la violazione del contraddittorio. Pertanto, il giudice per le indagini preliminari non può provvedere de plano all'archiviazione, con decreto motivato, se l'opposizione della persona offesa deduce elementi di prova nuovi e rilevanti, in quanto in tal caso è tenuto a fissare l'udienza camerale di cui all'art. 410, comma 3, c.p.p., al fine di garantire il contraddittorio tra le parti. La violazione di tale obbligo comporta la nullità del provvedimento di archiviazione, ai sensi del combinato disposto degli artt. 408, comma 6, e 127, comma 5, c.p.p. Infatti, l'opposizione alla richiesta di archiviazione può essere considerata inammissibile solo quando, per ragioni formali o sostanziali, è astrattamente inidonea al raggiungimento del suo scopo, ossia ad istradare il procedimento verso l'esito del rinvio a giudizio dell'indagato. Tale circostanza non ricorre nel caso in cui l'investigazione suppletiva dedotta dalla persona offesa abbia ad oggetto elementi di prova nuovi e rilevanti, anche se ritenuti "ininfluenti" dal giudice, in quanto tale valutazione non può essere compiuta in carenza del contraddittorio.