La valutazione della finalità di spaccio o di uso personale della sostanza stupefacente sequestrata deve essere effettuata dal giudice di merito sulla base di una pluralità di parametri, quali la quantità, la qualità e la composizione della sostanza, il reddito e le condizioni soggettive del detentore, nonché la presenza di strumenti per il confezionamento e la pesatura, senza che il mero superamento dei limiti quantitativi massimi per la detenzione a fini personali possa di per sé invertire l'onere della prova a carico dell'imputato o introdurre una presunzione, anche relativa, in ordine alla destinazione della droga. Inoltre, la motivazione del provvedimento cautelare deve essere adeguata e specifica, senza poter accomunare in un unico giudizio situazioni differenti quanto alla quantità di droga detenuta e alle modalità di detenzione, nonché senza poter fondare la scelta della misura cautelare su elementi meramente formali e astratti, come un precedente per violazione dell'art. 650 c.p.