La revoca o la cessazione di efficacia dell'ordinanza di occupazione d'urgenza di un'area da parte della pubblica amministrazione non fa venir meno l'occupazione, la quale rimane illegittima e fonte di responsabilità per l'amministrazione occupante fino a quando non intervenga un atto formale di riconsegna del bene al proprietario. Pertanto, l'amministrazione che abbia occupato un'area in via d'urgenza è tenuta a provvedere alla formale restituzione del bene ai legittimi proprietari, non essendo sufficiente il mero provvedimento di retrocessione, in assenza di un atto giuridico di restituzione che ne sancisca la materiale riconsegna. Il proprietario ha diritto alla restituzione del bene occupato sine titulo, con contestuale redazione di un verbale di riconsegna che ne attesti lo stato e venga sottoscritto dalle parti, in ossequio ai principi di buona fede, contrarius actus e del dovere di restituzione gravante sull'amministrazione occupante. In difetto di tale formalità, l'occupazione si protrae illegittimamente, configurando un illecito extracontrattuale ai sensi dell'art. 2043 c.c. per la violazione del diritto di proprietà del privato.