Il giudice, nel valutare la richiesta di sospensione del processo con messa alla prova ai sensi degli artt. 168-bis e 464-quater c.p.p., deve accertare non solo l'idoneità del programma di trattamento presentato, ma anche la possibilità di formulare una prognosi favorevole in ordine all'astensione dell'imputato dal commettere ulteriori reati in futuro, avendo riguardo alla gravità del reato e alla capacità a delinquere del prevenuto, così come previsto dall'art. 133 c.p. L'impossibilità di formulare tale prognosi favorevole impedisce l'accoglimento della richiesta di sospensione del processo con messa alla prova, indipendentemente dalla presentazione del programma di trattamento. Il giudice, pertanto, nel rigettare la richiesta, deve motivare in ordine all'assenza dei presupposti per la formulazione di una prognosi favorevole sulla futura astensione dell'imputato dal commettere ulteriori reati, avendo riguardo ai parametri di cui all'art. 133 c.p., quali i precedenti penali e le segnalazioni di polizia a carico dell'imputato. L'ordinanza di rigetto della richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova non è immediatamente impugnabile, ma è appellabile unitamente alla sentenza di primo grado, ai sensi dell'art. 586 c.p.p.