Il cartellino marcatempo o il foglio di presenza del pubblico dipendente non costituisce atto pubblico, in quanto documento di mera attestazione del rapporto di lavoro soggetto a disciplina privatistica, privo di manifestazioni dichiarative o di volontà riferibili alla Pubblica Amministrazione. Pertanto, la falsa attestazione della presenza in ufficio riportata su tali documenti non integra il reato di falso in atto pubblico di cui all'art. 483 c.p., ma può eventualmente configurare il reato di truffa aggravata, in quanto condotta fraudolenta idonea a indurre in errore l'amministrazione di appartenenza in merito alla presenza sul luogo di lavoro. La giurisprudenza di legittimità, a partire dalle Sezioni Unite Sepe del 2006, è consolidata nel ritenere che il cartellino marcatempo o il foglio di presenza non abbiano natura di atto pubblico, escludendo pertanto la configurabilità del reato di falso in atto pubblico in tali ipotesi.