Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 30790 del 17 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:30790PEN

Massima

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La presunzione di adeguatezza della custodia cautelare in carcere per i delitti di cui all'art. 416-bis c.p. e per i delitti aggravati ai sensi dell'art. 7 del d.l. n. 152 del 1991, conv. in l. n. 203 del 1991, opera anche nella fase successiva alla condanna di primo e secondo grado, salvo che non risulti l'insussistenza di esigenze cautelari. In tali ipotesi, la misura degli arresti domiciliari, pur essendo astrattamente applicabile in funzione di adeguamento alle diminuite esigenze processuali di cautela, è preclusa per espressa previsione di legge, non ricorrendo alcuna delle ipotesi di cui all'art. 275, comma 4, c.p.p. che ne consentano l'applicazione. Pertanto, il mantenimento del regime custodiale in carcere, anche dopo la pronuncia di condanna, non si traduce in una sanzione anticipata, in violazione della presunzione di non colpevolezza, ma risponde all'esigenza di tutela cautelare prevista dalla legge per determinati reati, la cui attualità va valutata anche in relazione all'esito del procedimento, alle modalità del fatto e agli elementi sopravvenuti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' ((omissis)) - Presidente

Dott. LANZA Luigi - rel. Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il giorno (OMISSIS), avverso l'ordinanza 9 dicembre 2011 del Tribunale del riesame di Catanzaro.

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso. Udita la relazione fatta dal ((omissis)).

Sentito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale dott. VIOLA ((omissis)) che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza 2 marzo 2010 del Tr…

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