Cassazione penale Sez. V sentenza n. 31083 del 19 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:31083PEN

Massima

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Il comportamento persecutorio reiterato nei confronti della vittima, anche attraverso appostamenti e danneggiamenti, che cagioni uno stato di ansia e timore per la propria incolumità tale da costringerla a dimettersi dal lavoro, integra il reato di atti persecutori di cui all'art. 612-bis c.p. In tali casi, il giudice può legittimamente negare la concessione delle attenuanti generiche e della sospensione condizionale della pena, in considerazione della gravità della condotta e della personalità dell'imputato, desumibile anche dalla reiterazione dei comportamenti molesti. La motivazione del giudice di merito in ordine alla valutazione della prova testimoniale e del nesso di causalità tra la condotta dell'imputato e lo stato d'animo della vittima deve ritenersi adeguata e logica, senza che assuma rilievo l'esito negativo di limitati appostamenti di polizia, ritenuti irrilevanti dal giudice.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanin - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1369/2011 CORTE APPELLO di GENOVA, del 06/12/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/01/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CESQUI E. che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito per la parte civile l'avv. (OMISSIS);

udito il difensore avv. (OMIS…

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