Cassazione penale Sez. III sentenza n. 34239 del 2 dicembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:34239PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare ai sensi dell'art. 274, comma 1, lett. c), c.p.p., può essere desunto anche da comportamenti o atti concreti dell'indagato, pur se privi di rilevanza penale, che rivelino la sua pericolosità sociale e la sua indifferenza al rispetto della legge, come dimostrato dalla commissione di nuovi reati durante la sottoposizione a misura cautelare o la pendenza di un altro procedimento penale per fatti analoghi. In tali casi, la misura cautelare della custodia in carcere può ritenersi proporzionata e adeguata, in quanto unica idonea a contenere la qualificata pericolosità dell'indagato, nonostante l'esclusione di altri gravi indizi cautelari, quali il pericolo di fuga o di inquinamento probatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IZZO Fausto - Presidente

Dott. SOCCI Angelo Matteo - Consigliere

Dott. ACETO Aldo - Consigliere

Dott. DI STASI Antonella - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 05-05-2020 del Tribunale di Brescia;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Fabio Zunica;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Pratola Gianluigi, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
udito per il ricorrente l'avvocato (OMISSIS), sostituto processuale dell'avvocato (OMISSIS), che si riportava al ricorso e n…

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