Cassazione penale Sez. II ordinanza n. 30210 del 30 ottobre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:30210PEN

Massima

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La presentazione di un documento di identità falso all'autorità che deve ricevere una denuncia equivale a dichiarare falsamente le proprie generalità al pubblico ufficiale, integrando il reato di false attestazioni a pubblico ufficiale di cui all'art. 495 c.p., indipendentemente dalla qualificazione giuridica attribuita all'imputazione. La Corte di Cassazione, in presenza di una descrizione storica del fatto che rechi in sé gli elementi propri del delitto di cui all'art. 495 c.p., ritiene inammissibile il ricorso avverso la sentenza di applicazione della pena concordata, in quanto la contestazione della qualificazione giuridica non risulta palesemente eccentrica rispetto al contenuto del capo di imputazione. Pertanto, la Corte condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende, in applicazione dell'art. 616 c.p.p. per la colpa nella determinazione della causa di inammissibilità del ricorso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VERGA Giovanna - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - rel. Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 29/05/2020 del GIP del Tribunale di Torino;
sentita la relazione svolta dal Consigliere DI PAOLA Sergio.
RITENUTO IN FATTO e CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Il G.i.p. del Tribunale di Torino, con la sentenza impugnata in questa sede ha applicato all'imputato (OMISSIS), la pena concordata tra le parti in relazione ai reati di riciclaggio, truffa tentata e consumata, falso per induzione, false attestazioni a pubblico ufficiale.
2. Ha pr…

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