Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza breve n. 1564 del 2014

ECLI:IT:TARLAZ:2014:1564SENB

Massima

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Il proprietario di un immobile non può invocare il legittimo affidamento o il silenzio assenso per giustificare la realizzazione di opere edilizie abusive, in quanto l'amministrazione comunale è tenuta a ordinare la rimozione di tali abusi, a prescindere dal tempo trascorso dalla loro realizzazione, in adempimento del suo dovere di tutela della legalità urbanistica ed edilizia. L'autorizzazione all'esercizio di un'attività commerciale non implica automaticamente il rilascio di autorizzazioni per la realizzazione di opere edilizie, le quali devono essere oggetto di separata e autonoma valutazione da parte dell'amministrazione competente. L'obbligo di motivazione degli atti amministrativi è soddisfatto quando dalle ingiunzioni di rimozione degli abusi emergono chiaramente i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno condotto all'adozione di tali provvedimenti, in modo da rendere percepibile al destinatario il percorso logico-argomentativo seguito dall'amministrazione.

Sentenza completa

N. 12880/2013
REG.RIC.

N. 01564/2014 REG.PROV.COLL.

N. 12880/2013 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Prima Quater)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

ex art. 60 cod. proc. amm.;
sul ricorso numero di registro generale 12880 del 2013, proposto da:
Soc Gestioni Marine Srl, rappresentata e difesa dall'avv. Paolo Canonaco, con domicilio eletto presso il suo studio, in Roma, via Tarvisio, 2;

contro

il Comune di Nettuno;

per l'annullamento

dei provvedimenti emessi dal Comune di Nettuno - area urbanistica ed assetto del territorio n. 42/2013 e n. 46/2013 con i quali è stata ingiunta la rimozione dei abusi, ivi specificamente indicati.

Visti il ricorso e i relativi allegati;

Viste le memorie difensive;

Visti tutti gli atti della causa;

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