La sospensione del servizio militare obbligatorio non determina l'abrogazione del reato di mancata presentazione alla chiamata alle armi, in quanto tale fattispecie rimane prevista dalla legge per specifiche situazioni e casi eccezionali, anche in tempo di pace, in conformità con la previsione costituzionale dell'obbligo di difesa della Patria. Pertanto, la sentenza di condanna per il reato di mancata presentazione alla chiamata, passata in giudicato prima dell'entrata in vigore della sospensione del servizio di leva, non può essere revocata ai sensi dell'art. 2, comma 2, c.p., in quanto si applica il principio della successione di leggi penali diverse di cui al comma 4 del medesimo articolo, essendo la norma attualmente in vigore meno favorevole al reo. La disparità di trattamento tra i renitenti, conseguente alla diversa celerità nello svolgimento dei giudizi, non integra una violazione del principio di uguaglianza di cui all'art. 3 Cost., né la retroattività della norma più favorevole gode di copertura costituzionale, potendo essere limitata dall'intangibilità del giudicato.