Le norme legislative, nazionali o regionali, che dispongono la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative sono in contrasto con il diritto dell'Unione europea, segnatamente con l'art. 49 TFUE e l'art. 12 della direttiva 2006/123/CE sulla libera prestazione dei servizi. Tali norme non devono essere applicate né dai giudici né dalla pubblica amministrazione, in quanto lesive del principio di libera concorrenza. Pertanto, le concessioni demaniali marittime già rilasciate, anche se oggetto di precedenti atti di proroga o di giudicati favorevoli, cessano di produrre effetti alla data del 31 dicembre 2023, fermo restando che eventuali ulteriori proroghe legislative intervenute oltre tale termine devono considerarsi prive di effetto per contrasto con il diritto europeo. L'Amministrazione è tenuta a verificare la sussistenza dei requisiti per la prosecuzione del rapporto concessorio, senza che ciò possa dar luogo a meccanismi di proroga automatica o di rinnovo preferenziale in favore del concessionario originario, dovendo invece garantire il rispetto dei principi di imparzialità e di libera concorrenza mediante l'indizione di procedure selettive aperte a tutti gli operatori interessati. Tali principi si applicano a prescindere dalla disciplina nazionale o regionale di riferimento, in quanto espressione di esigenze di derivazione europea volte a impedire effetti anticoncorrenziali, a tutela del mercato unico e della libertà di stabilimento e di prestazione dei servizi.