La valutazione di compatibilità ambientale è espressione della discrezionalità tecnica della pubblica amministrazione, non suscettibile di sindacato giurisdizionale in sede di legittimità in assenza di incongruenze istruttorie e motivazionali manifeste. Tale discrezionalità non si esaurisce in un mero giudizio tecnico, ma presenta profili di discrezionalità amministrativa e istituzionale nell'apprezzamento degli interessi pubblici e privati coinvolti, con conseguenti limiti al sindacato del giudice amministrativo, il quale non può sostituire la propria opinabile valutazione a quella dell'amministrazione, salvo che questa non risulti manifestamente illogica, irrazionale o arbitraria. Pertanto, la valutazione di compatibilità ambientale positiva rilasciata dalla pubblica amministrazione, adeguatamente motivata e sorretta da un corretto iter istruttorio, non può essere sindacata dal giudice amministrativo, il quale deve limitarsi a verificare la legittimità dell'operato dell'amministrazione senza sostituire la propria valutazione discrezionale a quella dell'autorità competente.