Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La Corte di Cassazione non può applicare d'ufficio la legge penale più favorevole, conseguente alla riduzione dei minimi edittali della pena della reclusione prevista per il reato di cui al D.P.R. n. 309/1990, art. 73, comma 1, quando il ricorso per cassazione sia dichiarato inammissibile, in quanto l'inammissibilità rende ab origine insussistente il rapporto processuale di impugnazione. L'applicabilità della legge penale più favorevole è consentita solo quando il ricorso sia ritenuto infondato nel merito. La Corte di Cassazione, nel dichiarare inammissibile il ricorso proposto dall'imputato avverso la sentenza di appello che aveva riformato in peius la decisione di primo grado, ha affermato che l'inammissibilità del ricorso preclude la possibilità di applicare la legge penale più favorevole, conseguente alla riduzione dei minimi edittali della pena della reclusione prevista per il reato di cui al D.P.R. n. 309/1990, art. 73, comma 1, in quanto l'inammissibilità rende ab origine insussistente il rapporto processuale di impugnazione. Pertanto, l'applicabilità, anche d'ufficio, in Cassazione della legge penale più favorevole è consentita solo quando il ricorso sia ritenuto infondato nel merito, e non anche quando sia dichiarato inammissibile.