Il decreto del tribunale fallimentare, emesso in sede di reclamo ex art. 26 L.Fall., che conferma il diniego di autorizzazione al curatore a promuovere un'azione civile, costituisce un provvedimento di natura ordinatoria, che esaurisce i suoi effetti all'interno del fallimento, in quanto espressione dei poteri amministrativi di direzione, sorveglianza e autorizzazione attribuiti al giudice delegato dalla legge fallimentare. Pertanto, tale decreto non è impugnabile con ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost., in quanto si tratta di un provvedimento che non decide nel merito la controversia, ma si limita a regolare l'attività processuale del curatore all'interno della procedura concorsuale. La valutazione del tribunale circa la non convenienza di proseguire un giudizio di appello con rischio di soccombenza per un credito di entità limitata rientra nell'esercizio di tale potere discrezionale di autorizzazione, non sindacabile in sede di legittimità, essendo espressione di una scelta gestionale rimessa alla competenza del giudice delegato e del tribunale fallimentare.