Cassazione penale Sez. I sentenza n. 4475 del 2 febbraio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:4475PEN

Massima

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Il dolo di tentato omicidio può essere desunto in via indiretta da elementi esterni della condotta, quali la potenzialità offensiva dell'arma utilizzata, il numero e la direzione dei colpi inferti, l'inseguimento della vittima e il tentativo di colpirla nuovamente, anche in assenza di esplicite ammissioni dell'imputato. L'entità delle lesioni riportate dalla vittima e il fatto che questa non sia effettivamente deceduta non escludono la sussistenza del dolo omicidiario, in quanto tali esiti possono dipendere da fattori indipendenti dall'intento dell'agente. Inoltre, per la configurabilità del tentato omicidio è sufficiente il dolo diretto, non essendo necessario il dolo intenzionale. La circostanza attenuante della provocazione, pur non richiedendo i requisiti di adeguatezza e proporzionalità, non sussiste quando la sproporzione tra il fatto ingiusto altrui e il reato commesso sia talmente grave da escludere lo stato d'ira o il nesso causale tra il fatto ingiusto e l'ira.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOGINI Stefano - Presidente

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. POSCIA Giorgio - rel. Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. TOSCANI Eva - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata in (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte di appello di Venezia del 01/02/2022;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. POSCIA GIORGIO;
letta la requisitoria presentata ai sensi del Decreto Legge 28 ottobre 2020, n. 137, articolo 23, comma 8, con cui il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa ZACCO FRANCA, ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO<…

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