Consiglio di Stato sentenza n. 5705 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:5705SENT

Massima

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Il provvedimento di demolizione di opere edilizie abusive, adottato ai sensi dell'art. 31 del D.P.R. n. 380/2001, costituisce un atto dovuto e vincolato per l'Amministrazione comunale, a fronte dell'accertata realizzazione di interventi in assenza di idoneo titolo edilizio, senza che rilevi la circostanza che l'immobile costituisca l'unica abitazione del proprietario. Il diritto all'abitazione, tutelato dall'art. 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, non ha portata assoluta e deve essere bilanciato con l'esigenza pubblica di ripristino della legalità urbanistica ed edilizia, prevalendo quest'ultima quando l'abuso sia stato realizzato consapevolmente e in assenza di qualsiasi titolo abilitativo. Pertanto, l'ordine di demolizione non contrasta con il diritto al rispetto della vita privata e familiare, salvo che non emergano particolari condizioni personali e familiari del trasgressore tali da rendere sproporzionata l'esecuzione del provvedimento, circostanze che possono essere valutate nella successiva fase esecutiva. Inoltre, la mancata comunicazione di avvio del procedimento in ordine a taluni profili dell'abuso non determina l'illegittimità dell'ordine di demolizione, in quanto tale atto non è necessario per i provvedimenti aventi natura vincolata, come quello in questione, e comunque non ha impedito agli interessati di presentare le proprie osservazioni. Infine, l'ordine di demolizione non può essere condizionato all'esito di altri procedimenti, come quello relativo all'istanza di condono edilizio, atteso che l'accertamento della conformità urbanistica dell'opera non incide sulla legittimità del provvedimento sanzionatorio, fondato sull'assenza di un idoneo titolo edilizio.

Sentenza completa

Pubblicato il 09/06/2023

N. 05705/2023REG.PROV.COLL.

N. 01490/2019 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1490 del 2019, proposto da
Pasquale Cannizzaro, Francesca Amico e Melinda Orlando, rappresentati e difesi dagli avvocati Claudio Linzola e Paola Ramadori, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Comune di Cesano Maderno, in persona del Sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati Maria Cristina Colombo e Giovanni Crisostomo Sciacca, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio Giovanni Crisostomo Sciacca in Roma, via di Porta Pinciana, n. 6;

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo …

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