Il giudice dell'esecuzione non può accogliere l'istanza di revoca della sentenza di condanna o di concessione dei benefici di legge e di sospensione condizionale della pena, proposta dall'imputato condannato in assenza, sulla base della dedotta mancata conoscenza del processo a suo carico. Infatti, le nullità assolute ed insanabili derivanti dall'omessa citazione dell'imputato e/o del suo difensore in un giudizio celebrato in assenza non sono deducibili mediante incidente di esecuzione, ai sensi dell'art. 670 c.p.p., in ragione dell'intervenuto passaggio in giudicato della sentenza. In tali casi, l'unico rimedio esperibile è la richiesta di rescissione del giudicato ai sensi dell'art. 629-bis c.p.p., che presuppone l'incolpevole mancata conoscenza della celebrazione del processo da parte dell'imputato. L'incidente di esecuzione, infatti, è finalizzato esclusivamente a verificare la mancanza del titolo esecutivo o la sua non esecutività, non consentendo di dedurre vizi procedurali verificatisi prima del passaggio in giudicato della decisione. Pertanto, il giudice dell'esecuzione deve dichiarare inammissibile l'istanza proposta dall'imputato, non potendo riqualificarla come richiesta di rescissione del giudicato, in quanto i due rimedi sono eterogenei per natura e funzione.