Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27108 del 13 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:27108PEN

Massima

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La testimonianza della persona offesa, al pari di tutte le testimonianze, deve essere sottoposta al generale controllo sulle capacità percettive e mnemoniche del dichiarante, nonché sulla corrispondenza al vero della sua rievocazione dei fatti, desunta dalla linearità logica della sua esposizione e dall'assenza di risultanze processuali incompatibili, caratterizzate da pari o prevalente spessore di credibilità. Il giudice di merito, nel valutare la credibilità delle dichiarazioni della persona offesa, deve effettuare un esame complessivo del quadro probatorio, confrontando tali dichiarazioni con gli altri elementi di prova acquisiti, senza che la mancanza di riscontri esterni possa di per sé inficiare l'attendibilità della fonte conoscitiva rappresentata dalla vittima del reato. La motivazione della sentenza che, all'esito di tale valutazione, affermi la responsabilità dell'imputato costituisce un solido apparato argomentativo, non censurabile in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogica o priva di adeguata giustificazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) SE. DE. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 252/2006 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA, del 09/06/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/04/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'((omissis)), che ha concluso per il rigetto.

FATTO E DIRITTO

Con sentenza emessa il 9.6…

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