Cassazione penale Sez. V sentenza n. 44852 del 6 novembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:44852PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, pur non potendo essere escluso in ragione della gravità del fatto e del precedente penale dell'indagato, può essere adeguatamente fronteggiato con l'applicazione di una misura cautelare meno afflittiva rispetto alla custodia in carcere, qualora le modalità della condotta e la natura non specifica del precedente penale consentano di ritenere che tale pericolo possa essere efficacemente neutralizzato attraverso un regime di detenzione domiciliare. In tali ipotesi, il giudice è tenuto a motivare in modo puntuale le ragioni per le quali la misura degli arresti domiciliari risulta idonea a soddisfare le esigenze cautelari, senza che sia necessario, ai fini della legittimità del provvedimento, un'espressa valutazione di certezza in ordine all'esistenza del pericolo di reiterazione, essendo sufficiente l'accertamento della sua concreta possibilità, desumibile dalle circostanze del caso concreto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 20/03/2013 del Tribunale di Firenze R.G. 344/2013;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita in Camera di Consiglio la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));

udito il Procuratore Generale, in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 20/03/2013 il Tribunale di Firenze, in parziale accoglimento d…

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