Il sequestro preventivo di beni può essere mantenuto dal giudice, nell'ambito del procedimento di riesame, qualora sussistano le condizioni di legge, in particolare l'idoneità e la direzione non equivoca degli atti a dimostrare il reato e la necessità cautelare del vincolo reale, senza che il giudice sia tenuto a valutare in modo approfondito la possibilità di adottare misure alternative meno gravose per il diritto di proprietà, come il declassamento del bene sequestrato. Il ricorso per cassazione avverso il provvedimento del giudice del riesame è ammesso solo per vizi di carattere procedurale, come la mancanza assoluta di motivazione o la presenza di motivazione meramente apparente, non per l'illogicità manifesta della decisione, che può essere dedotta solo attraverso il motivo di ricorso di cui all'art. 606, lett. e) c.p.p. Pertanto, il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso il provvedimento di rigetto dell'opposizione al sequestro, deve limitarsi a verificare il rispetto delle forme e del contraddittorio stabilite a pena di nullità dall'art. 127 c.p.p., senza poter sindacare la valutazione nel merito compiuta dal giudice del riesame.