Il giudizio di pericolosità sociale del proposto, fondato sui suoi precedenti penali e giudiziari a decorrere dagli anni '80, legittima l'applicazione della misura di prevenzione della confisca dei beni, qualora sia accertata la sproporzione tra il valore dei beni acquisiti dal proposto e dai suoi familiari conviventi e le loro entrate lecite, senza che sia necessario dimostrare un nesso di pertinenzialità tra i beni confiscati e i reati contestati. Il sindacato di legittimità sulla motivazione del provvedimento di confisca è limitato alla verifica dell'esistenza di una motivazione non meramente apparente, essendo preclusa la deduzione di vizi motivazionali quali l'illogicità manifesta. Il giudice di merito è tenuto a valutare gli elementi di prova forniti dalle parti, ivi inclusi i redditi derivanti dall'attività economica esercitata dal proposto e dai suoi familiari, al fine di accertare la congruità tra le entrate lecite e il valore dei beni acquisiti, senza che sia necessario considerare il prezzo di vendita di beni non sottoposti a confisca.