Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36127 del 27 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:36127PEN

Massima

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Il reato di violenza privata si configura quando l'agente, pur nella ragionevole opinione della legittimità della propria pretesa, eccede macroscopicamente i limiti insiti nell'esercizio arbitrario di un diritto, ponendo in essere un comportamento coercitivo dell'altrui libertà di determinazione di eccezionale gravità, come il fatto di scaraventare fuori da un esercizio commerciale la persona offesa, minacciandola e impedendole di entrarvi in seguito. In tali casi, la qualificazione del reato nei termini della violenza privata è corretta, non potendosi ritenere che l'agente abbia esercitato un suo diritto di esclusione dalla attività commerciale, avendo al contrario posto in essere un atto arbitrario di coercizione dell'altrui volontà con modalità evidentemente minacciose e violente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. TUDINO Alessandrin - Consigliere

Dott. AMATORE Robert - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/11/2016 della CORTE APPELLO di NAPOLI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. AMATORE ROBERTO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. ORSI LUIGI;
Udito il difensore Avv.to (OMISSIS).
Il difensore presente insiste per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di Napoli, rif…

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