Il pubblico ufficiale che, abusando della propria qualità e dei propri poteri, prospetta al privato l'elevazione di sanzioni amministrative del tutto sproporzionate e prive di fondamento giuridico, al fine di costringerlo a dare o promettere indebitamente una somma di denaro per evitarle, commette il reato di concussione per costrizione e non il meno grave reato di induzione indebita a dare o promettere utilità. Ciò in quanto, nonostante il privato possa trarre un vantaggio immediato dalla dazione di denaro attraverso l'evitamento delle sanzioni, la condotta del pubblico ufficiale è connotata dalla prospettazione di un male ingiusto di portata assolutamente spropositata rispetto all'utilità conseguita, prevalendo così il timore delle conseguenze negative minacciate sulla prospettiva dei benefici. Ai fini della configurabilità della circostanza attenuante del risarcimento del danno, è necessario che il risarcimento sia volontario, integrale, comprensivo sia del danno patrimoniale che di quello morale, ed effettivo, non essendo sufficiente il mero pagamento di una parte del danno.