Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha affermato il seguente principio di diritto: Le scelte di pianificazione urbanistica rientrano nella discrezionalità della pubblica amministrazione e sono sindacabili dal giudice amministrativo solo in caso di manifesta illogicità, irrazionalità o travisamento dei fatti, senza che il giudice possa sostituire la propria valutazione di merito a quella dell'amministrazione. I vincoli urbanistici che regolano la proprietà privata al perseguimento di obiettivi di interesse generale, come il vincolo di inedificabilità, di rispetto, a verde attrezzato o a parco, non hanno carattere ablatorio, in quanto incidono su una generalità di beni e di soggetti in funzione della destinazione della zona, senza che tale caratteristica venga meno per il solo fatto che per una parte dell'area sia stata mutata la destinazione urbanistica. Pertanto, la scelta dell'amministrazione comunale di confermare la destinazione di parte di un terreno privato a zona F4 - verde di protezione ed arredo, al fine di preservare un'area cuscinetto a tutela dell'insediamento produttivo limitrofo, non risulta affetta da vizi di eccesso di potere o irragionevolezza, rientrando nell'ampia discrezionalità riconosciuta all'ente locale nella pianificazione urbanistica del territorio.