Il falso commesso mediante autocertificazione, anche se accompagnato dall'esibizione di un documento di identità attestante una diversa nazionalità, può integrare il reato di falso ideologico, qualora tale documento sia diretto solo all'identificazione del percettore e non alla verifica della cittadinanza, requisito essenziale per l'ottenimento di un beneficio pubblico. In tali casi, la mera presentazione di una dichiarazione mendace, sfruttando il carattere fidefacente dell'autocertificazione e l'affidamento su di essa riposto dall'amministrazione, è sufficiente a configurare il reato di truffa, a prescindere dal superamento della soglia quantitativa prevista per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Pertanto, la condotta dell'imputato, consistente nell'aver attestato falsamente la propria cittadinanza italiana o di altro Paese dell'Unione Europea al fine di ottenere indebitamente un contributo pubblico, può integrare sia il reato di falso ideologico che quello di truffa, a prescindere dalla rilevanza quantitativa della somma indebitamente percepita.