Il provvedimento amministrativo che istituisce un divieto di transito e di sosta per i veicoli di massa a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate in una determinata area può essere legittimamente revocato dall'amministrazione competente qualora sopravvenga la carenza di interesse della parte ricorrente, senza che ciò comporti l'esame nel merito del ricorso proposto avverso tale provvedimento. In tal caso, il giudice amministrativo è tenuto a dichiarare l'improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse, compensando le spese di giudizio tra le parti, salvo il rimborso del contributo unificato in favore del ricorrente. Il principio di diritto che emerge è che l'amministrazione può legittimamente revocare un provvedimento impugnato, facendo venir meno l'interesse del ricorrente, senza che ciò comporti l'esame nel merito della legittimità del provvedimento stesso, determinando l'improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse. Tale principio si fonda sulla necessità di garantire l'economia processuale e l'efficienza dell'azione amministrativa, evitando l'inutile dispendio di risorse per l'esame di ricorsi divenuti privi di interesse. La compensazione delle spese di giudizio, salvo il rimborso del contributo unificato, rappresenta un corollario di tale principio, volto a non aggravare ulteriormente la posizione della parte ricorrente a fronte della sopravvenuta carenza di interesse.