Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 3883 del 28 gennaio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:3883PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che accetta denaro o promesse di denaro per non frapporsi agli illeciti procedimenti amministrativi o per agevolare il perfezionamento di concessioni edilizie, con una compiacente qualificazione dei lavori effettivamente eseguiti o da eseguirsi al fine di ridurre gli oneri concessori, commette il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. Tuttavia, per la configurabilità del reato di corruzione propria antecedente, non è sufficiente la mera constatazione di una classificazione compiacente dei lavori, ma occorre altresì accertare l'esistenza di un patto corruttivo tra il pubblico ufficiale e il privato, tenendo conto di eventuali precedenti rilievi critici espressi dal pubblico ufficiale sulla fattibilità dei lavori e della circostanza che la decisione finale favorevole sia stata assunta da altri soggetti. Inoltre, la mera dazione di un regalo al pubblico ufficiale, senza la dimostrazione di un previo accordo corruttivo, può al più integrare il reato di corruzione impropria susseguente, per il quale il privato non è punibile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. MANNINO Saverio F. - Consigliere

Dott. AGRO' ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Iu.Vi. Ma. ;

Pi.Al. ;

contro la sentenza 11 febbraio 2008 della Corte d'Appello di Milano;

Udita la relazione del Consigliere Dott. ((omissis))o Agro';

Udite le conclusioni del P.G. Dott. IACOVIELLO Francesco, che ha concluso per il rigetto dei ricorsi;

Uditi per i ricorrenti gli avvocati ((omissis)) e ((omissis)) A..

RITENUTO IN FATTO

1. A conferma della decisione del Tribunale, la Corte d'Appello di Milano, con la s…

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