Il mancato pagamento dei canoni di occupazione di suolo pubblico da parte del concessionario legittima l'amministrazione comunale a revocare le relative concessioni, in quanto l'insussistenza di debiti verso il Comune costituisce un requisito essenziale per il rilascio delle stesse. L'amministrazione è tenuta ad imputare i pagamenti effettuati dal concessionario ai debiti scaduti, secondo il principio di cui all'art. 1193 c.c., senza dover necessariamente accogliere le richieste di diversa imputazione avanzate dal debitore. La revoca delle concessioni per morosità non è illegittima per il solo fatto che l'amministrazione non abbia riscontrato le comunicazioni del concessionario volte a contestare l'imputazione dei pagamenti, atteso che gli atti impositivi emessi dal concessionario del servizio di riscossione sono divenuti definitivi e non possono essere sindacati nell'ambito del giudizio sulla revoca. Pertanto, il Comune, una volta accertata la sussistenza dei presupposti regolamentari per la revoca, non ha alcun margine di discrezionalità e deve procedere in tal senso, senza che ciò possa dar luogo a responsabilità risarcitorie per i danni derivanti dalla chiusura dell'attività commerciale.