Cassazione penale Sez. V sentenza n. 1608 del 15 gennaio 2003

ECLI:IT:CASS:2003:1608PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: L'esistenza di un'associazione a delinquere non può essere desunta dalla sola ripetitività e sincronismo dei comportamenti illeciti, essendo necessario dimostrare l'esistenza di un accordo finalizzato alla commissione di una serie indefinita di reati e di un programma criminoso originariamente concordato tra i concorrenti. In assenza di tali elementi, la condotta degli indagati è compatibile con un semplice concorso in plurimi delitti continuati, pur in presenza di collegamenti tra più individui determinati dalla natura del lavoro svolto da ciascuno. Pertanto, il mero dato della ripetitività e del sincronismo delle condotte illecite non è sufficiente a integrare il reato associativo, dovendo essere accertati specifici elementi probatori in tal senso.

Sentenza completa

MOTIVI DI RICORSO E RAGIONI DELLA DECISIONE
Con ordinanza 3.6.02 il Gip presso il Tribunale di Caltanissetta applicava a L. I. -indagata con altri per associazione a delinquere, abuso di ufficio, truffe ai danni di vari comuni- la misura degli arresti domiciliari.
Il procedimento nell'ambito del quale veniva applicata la suddetta misura era iniziato a seguito di segnalazione di una fonte confidenziale la quale aveva denunciato che il Dipartimento di Salute Mentale di Caltanisetta collocava i malati in strutture prive dei requisiti richiesti dalla normativa vigente.
Si era così accertato che -dopo la chiusura della casa di cura "Villa S. 2" di Palermo, avvenuta nel novembre 1999 ad opera di personale appartenente alla Questura, per carenze igienico sanitarie ed incuria nei confronti dei malati psichici ivi ricoverati- era sorta la necessità di sistemare questi degenti in altre strutture per cui era stata creata in data 9.10.00 presso il Settore Salute Mentale…

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