Il danneggiamento di beni pubblici, anche se consistente in semplici scalfitture, integra il reato di danneggiamento di cui all'art. 635 c.p. quando le condotte, valutate nel loro complesso, incidono in senso peggiorativo sull'efficienza e sull'utilizzo del bene, senza che assumano rilievo le giustificazioni addotte dall'imputato in ordine al possesso degli strumenti utilizzati per il danneggiamento, qualora le stesse siano ritenute infondate dal giudice di merito sulla base di una motivazione adeguata e non manifestamente illogica. Il porto fuori dalla propria abitazione di armi o strumenti atti ad offendere, in assenza di giustificato motivo, integra il reato di cui all'art. 4 della Legge n. 110 del 1975, a prescindere dalla loro effettiva utilizzazione per la commissione di altri reati. La valutazione complessiva della personalità dell'imputato, desunta anche dai suoi precedenti penali, può giustificare il rigetto della richiesta di conversione della pena detentiva in pena pecuniaria, ove il giudice ritenga che tale trattamento sanzionatorio non sia adeguato alla gravità del fatto e alle esigenze di prevenzione speciale.