Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dalla Comunità Montana Bussento avverso l'ordinanza del Comune di Santa Marina che ne disponeva la demolizione di opere edilizie realizzate in difformità dai titoli autorizzativi originari, afferma il principio secondo cui l'ordinanza di demolizione di opere abusive costituisce atto dovuto e vincolato per l'amministrazione, non necessitando di una specifica motivazione circa le ragioni della sanzione, essendo sufficiente la mera constatazione della natura abusiva del manufatto. L'amministrazione, infatti, non è tenuta a compiere ulteriori indagini circa la sussistenza dell'interesse pubblico, concreto ed attuale, alla repressione dell'abuso, né ad effettuare una comparazione tra questo e l'interesse privato alla conservazione dei manufatti abusivi, essendo "in re ipsa" l'interesse pubblico alla rimozione dell'illecito ed al ripristino della legalità. Inoltre, l'ingiunzione di demolizione, in quanto atto dovuto e dalla natura vincolata, non deve essere preceduta dalla comunicazione di avvio del procedimento. Il Tribunale, pertanto, respinge il ricorso, ritenendo infondati i motivi dedotti dalla parte ricorrente, in quanto il provvedimento impugnato risulta compiutamente motivato quanto ai presupposti in fatto ed alle ragioni in diritto che lo hanno giustificato, a seguito di una compiuta istruttoria, e le contestate difformità, seppur di modesta entità, non possono essere considerate irrilevanti in ragione della particolare valenza ambientale e paesaggistica del sito interessato, non essendo stata esperita alcuna attività volta alla conformazione paesaggistica ex post.