Consiglio di Stato sentenza n. 2645 del 2019

ECLI:IT:CDS:2019:2645SENT

Massima

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La falsa rappresentazione dello stato di fatto da parte del privato beneficiario di un titolo edilizio, anche se riferita solo ad uno dei lati del manufatto, legittima l'annullamento d'ufficio del provvedimento, a prescindere dalla valutazione della sua rilevanza ai fini delle norme tecniche di attuazione. Ciò in quanto la non veridicità di quanto dichiarato rileva sotto un profilo oggettivo e vincola l'amministrazione, ormai priva di ogni margine di discrezionalità, a disporre la decadenza dei benefici ottenuti con l'autodichiarazione non veritiera. L'onere motivazionale gravante sull'amministrazione per l'annullamento d'ufficio di un titolo edilizio in sanatoria, adottato sulla base di una non veritiera prospettazione da parte del privato beneficiario, risulta soddisfatto attraverso il documentato richiamo alla non veritiera rappresentazione dei fatti da parte di quest'ultimo, non essendo configurabile in capo a lui una posizione di affidamento legittimo. Pertanto, la falsa rappresentazione dello stato di fatto, anche se riferita solo ad uno dei lati del manufatto, legittima l'annullamento d'ufficio del titolo edilizio, a prescindere dalla valutazione della sua rilevanza ai fini delle norme tecniche di attuazione, in quanto la non veridicità di quanto dichiarato vincola l'amministrazione a disporre la decadenza dei benefici ottenuti con l'autodichiarazione non veritiera, senza che sia necessario valutare l'efficacia causale determinante della falsa rappresentazione sulla concessione del beneficio.

Sentenza completa

Pubblicato il 24/04/2019

N. 02645/2019REG.PROV.COLL.

N. 07027/2018 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quarta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 7027 del 2018, proposto dal signor Andrea Orio, rappresentato e difeso dagli avvocati Alberto Luppi e Jacopo D'Auria, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio Jacopo D'Auria in Roma, via G. P. Da Palestrina, n. 47;

contro

il signor Nicola Tobanelli, rappresentato e difeso dall'avvocato Francesco Noschese, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Brescia, via Spalto San Marco 1/A;
Comune di Polpenazze del Garda, non costituito in giudizio;

per la riforma

della sentenza …

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