Il procedimento espropriativo, quale strumento di esercizio del potere pubblico di acquisizione coattiva di beni privati per la realizzazione di opere di pubblica utilità, è disciplinato da una normativa speciale che prevede specifici presupposti e fasi procedimentali. L'emanazione del decreto di esproprio, quale atto conclusivo del procedimento, costituisce il momento in cui si realizza il trasferimento della proprietà in favore della pubblica amministrazione, a prescindere dalla successiva notifica o pubblicazione del provvedimento, che rilevano ai fini della decorrenza dei termini per l'eventuale opposizione alla stima dell'indennità di esproprio, ma non incidono sulla validità e sull'efficacia del decreto medesimo. Pertanto, la mancata notifica o pubblicazione del decreto di esproprio non determina l'invalidità o l'inefficacia dello stesso, né legittima il proprietario espropriato a chiedere il risarcimento del danno per l'occupazione del fondo, essendo necessario, a tal fine, proporre apposita querela di falso avverso il decreto depositato in giudizio, al fine di contestarne la data di adozione. Inoltre, la domanda di annullamento degli atti del procedimento espropriativo, se proposta oltre il termine di decadenza di 60 giorni dalla loro conoscenza, deve essere dichiarata irricevibile per tardività.