Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24473 del 12 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:24473PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La sussistenza dell'interesse concreto e attuale all'impugnazione di un provvedimento cautelare, anche dopo la cessazione della misura, è condizione necessaria per l'ammissibilità del ricorso. Tale interesse non può risolversi in una mera pretesa astratta all'esattezza teorica del provvedimento, ma deve essere manifestato in modo positivo ed univoco dal ricorrente, anche con riferimento all'assenza di cause ostative alla riparazione per ingiusta detenzione ex art. 314 c.p.p. In difetto di tale espressa manifestazione di volontà, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, non essendo sufficiente la sola presenza del difensore in udienza. Il venir meno dell'interesse, sopraggiunto alla proposizione del ricorso, non configura un'ipotesi di soccombenza e pertanto il ricorrente non deve essere condannato né alle spese processuali né al pagamento della sanzione in favore della cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

CA. De. , nato a (OMESSO);

contro l'ordinanza del 25 gennaio 2008 emessa dal Tribunale di Perugia;

letti gli atti, l'ordinanza impugnata ed il ricorso;

sentita la relazione del Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Sostituto Procuratore generale, Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito l'avvocato Patane' Francesco, che ha insistito per l'accogl…

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