Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26274 del 24 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:26274PEN

Massima

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Il reato di truffa finalizzata all'assunzione in un pubblico impiego si consuma all'atto dell'indebito conseguimento della nomina, a prescindere dalla successiva percezione delle retribuzioni, le quali costituiscono il legittimo corrispettivo della prestazione lavorativa effettivamente svolta. Perché possa configurarsi il delitto di truffa, è necessario che l'amministrazione pubblica abbia subito un effettivo e immediato danno di natura economico-patrimoniale, derivante dalle spese sostenute per l'istruzione e il perfezionamento della pratica di assunzione, non essendo sufficiente il mero pregiudizio derivante dall'alterazione della regolarità della procedura concorsuale o dalla distrazione di risorse dagli scopi istituzionali. L'attività lavorativa prestata, ancorché in assenza dei requisiti professionali richiesti, integra un rapporto di lavoro di fatto tutelato dall'art. 2126 c.c., salvo che non risulti intrinsecamente illecita per contrastare con principi giuridici ed etici fondamentali dell'ordinamento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MONASTERO Francesco - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

avv. LAGHI Roberto del foro di Castrovillari nell'interesse di Or. Lo. , nato a (OMESSO);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Cosenza, 2 Sezione penale, in data 12 gennaio 2009;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. GALLO Domenico;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dott. FRATICELLI Mario, il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;

Udito il difensore, avv. NA…

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